Marco Introini e il moderno milanese.
di Francesco Menegatti
L’architettura milanese, testimone silente della vita quotidiana che scorre tra e dentro di essa, è fatta di rigore metrico, partizioni esatte e di dettagli sorprendenti e raffinati. Le architetture sono costruite, dal centro alla periferia, dalle case popolari agli edifici delle grandi corporazioni, con una sapienza che è esito di una cultura profonda del costruire.
Le fotografie di Introini contengono la stessa sapienza: descrivono un viaggio sentimentale che ci porta nella profondità di Milano, nella quale si combinano due dimensioni, una narrativa e una astratta. Quella narrativa è espressa dallo studio preciso e attento del contesto che è descritto attraverso disegni e annotazioni dettagliatissime. Come un rabdomante dello spazio urbano, Introini seleziona luoghi come scenografie, dentro i quali gli edifici diventano protagonisti di una narrazione nella quale gli edifici, come attori sulla scena, irrompono nella vita delle persone a cui la bellezza dell’architettura della città, improvvisamente, viene disvelata. L’altra dimensione, quella astratta, si esprime nelle architetture descritte come immerse in una luce diafana e priva di ombra. Il tempo è fermo e pervade nella sua fissità gli spazi in cui sono calati edifici come oracoli, come enigmatici cristalli che in cui la forma e la materia spira all’assoluto. In questo risiede la forza poetica dell’opera di Introini, che costruisce scene in cui l’architettura rinnova la propria natura profondamente umana e essenziale.
Marco Introini
Laureato in architettura presso il Politecnico di Milano. Fotografo documentarista di paesaggio e architettura, è docente di Tecniche della rappresentazione dello spazio presso il Politecnico di Milano. Ha al suo attivo numerose collaborazioni con istituzioni private e pubbliche, e parecchie pubblicazioni e mostre di paesaggio e architettura. Le sue opere sono conservate presso la Fondazione MAXXI, Museo MAN, Archivio CSAC, Museo MAGA, Fondazione AEM, Veneranda Fabbrica del Duomo.